Luogo da visitare

L’eremo sorge sulle prime pendi ci del versante est del monte Foce o monte Calvo, fra balze rocciose. Non dista molto dalla città, ma l’asperità del luogo lo rende di difficile accesso e gli dà quell’aspetto di romitorio ove dominano solitudine e silenzio. Il percorso che porta all’eremo è davvero suggestivo perché nel primo tratto, sul lato sinistro, si possono ammirare, per una lunghezza di 50 m, le mura ciclopiche, alte 5 m, che sono l’estremo limite della cittadella preistorica e, sul lato destro, si possono godere eccezionali vedute panoramiche: della gola, del dirimpettaio acquedotto medioevale, della città storica di Gubbio e, in particolare, del sottostante antichissimo quartiere di San Martino.
Il convento fu riedificato e ricostruito nel 1331, anno in cui il vescovo eugubino Pietro Gabrielli lo eresse in priorato e vi accolse gli eremiti che vivevano, privi di una regola, nelle città vicine.
Nel 1342 eresse la chiesa in Regolare e l’annesso convento in monastero sottoponendo gli eremiti alla Regola di Sant’Agostino. Il romitorio è detto di Sant’Ambrogio perché, ad un certo momento, passò alla congregazione del grande asceta e riformatore.
Nella chiesa dell’eremo, di stile barocco, sotto l’altare maggiore in marmi pregiati e policromi è conservato Il corpo incorrotto (le mani sono ancora bellissime) del beato Arcangelo Canetoli (1460-1513) discendente di una famiglia bolognese, che qui soggiornò in due periodi. Dal 1498 al 1505 e dal 1509 al 1513, anno in cui il beato morì. Il convento non fu mai abbandonato e fu meta continua di pellegrinaggi, dovuti proprio alla presenza del beato: negli anni in cui egli vi dimorò, fu importante centro religioso.
Da ammirare i leggiadri ornamenti in stucco che abbelliscono gli altari laterali della chiesa, I quali mostrano uniformità di progettazione ed esecuzione. Moltitudini di derelitti, di peccatori, di sofferenti, salirono la faticosa strada per udire la voce del beato, per ritrovare nell’ aroma quella scintilla divina che il peccato aveva spento. E dalla folla anonima escono nomi illustri che tanta parte avranno poi negli avvenimenti storici del nostro Paese: Elisabetta Gonzaga, Emilia De Pii, moglie di Antonio di Montefeltro duca di Urbino, Giuliano de Medici, figlio del Magnifico.
Nel monastero riposano anche le ossa di un illustre filosofo eugubino, il canonico regolare Agostino Steuco. Nella chiesa c’è un elegante busto murale con la sua effigie in .abito da vescovo e, sotto, un’epigrafe che ricorda i suoi rari meriti. Il romitorio, colpito dal terremoto del 1984 e 1987, versava in stato di grave degrado. Per interessamento del comitato per la valorizzazione della Gola del Bottaccione, è stato completamente ricostruito e restaurato.


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Via Eremo di S. Ambrogio [ vedi mappa ]

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